Archivi del mese: Maggio 2009

‘rigurgiti di femmina che fu’. (sottotitolo: prima di esser mamma fu donna!)

Ieri ho giocato un po’ alla vampona. No, non sta per “grossa vampa” dato il caldo, sta per misero tentativo de fa’ la gattona. Peraltro pare sia riuscito e quindi andiamo con ordine. La mattina guardo desolata la massa informe di stoffe acciaffate che al secolo rispondono al nome di “cambio stagione”. Ogni volta è la stessa storia: metto via le cose invernali, deposito sul lettone quelle estive che, nonostante i recenti tentativi di stiraggio prima del loro stoccaggio, risultano spiegazzate che la nonnina di ace e il suo appretto col manico (non fate battutacce, soprattutto TU!) ne rimarrebbero inorriditi. Vabbè. Mi rivolgo al ‘pianoB’ che consta in rapido de-scartellinamento di du’ cosette che ho comprato il giorno prima alla UPIM (nota casa di moda, ma che ne sapete voi). L’appena citato acquisto è dovuto al fatto che:

– metà del mio guardaroba non mi entra più. Ora sono nella fantastica terra di mezzo ‘nè una taglia nè’ l’altra, dal momento che nella 40 divento cianotica e nella 42 ci sguazzo a sufficienza per temere il calamento delle braghe in caso mi caschi qualcosa per terra e io mi debba chinare per raccoglierla.

-l’altra metà del guardaroba è vecchiotto, ristretto, troppo sgargiante-troppo nonnesco (–> ovvero non abbinabile con nulla che non sia una palla da discoteca anni ’70 oppure una calzamaglia color carne grigia 6000 den)

Insomma mi concedo ‘sta botta de vita e dopo aver colto il fior fiore delle proposte-moda di UPIM (tra le quali tentavo la sorte con tre costumi), me le provo nell’angusto camerino in cui un cartello mi avvisa in duplice lingua che posso avere un orlo meraviglioso ai miei pantaloni per soli 10 euro e 50 (piuttosto lo scotch). Buttati via i costumi con gesto deciso come Linda Blair avrebbe fatto di fronte all’acqua santa (io alla mia immagine di ciccia, cellulite e rilasciamento di panze postgravidiche, signoreggesù!!), mi provo ‘sto vestitiello a righettoni grigi e neri, ma con generoso scollo e manichine svolazzanti. Gonna semicorta e un po’ attillato… spinta da rivalsa personale verso i mesi di rotonditudo pro Rachelina mia, decido per l’acquisto.

Chiaramente ieri mattina, in piena fase di spolvero, lo indosso e raccolgo subitaneamente i rimbrotti di mia madre (baby-sitter della mattina) la quale trova ‘sconveniente’ la miiiiise (come avrebbe detto la Marchesini), troppo corta la gonna, troppo in fuori le tette, troppo frù frù il tutto e troppo tacco il tacco. La guardo e decido che, si, è proprio giunto il momento di darle torto. Quindi esco e mi piroetto sulla moto del marito facendo l’impossibile, ovvero tenendo a bada i lembi della gonnellina nonostante non sia agevolissimo, su due ruote. Ma te la sei cercata Michè e guarda mpo’, te la sei pure trovata.

…però poi so’ arrivata al lavoro eeeeeeeeeeeee e che soddisfaziOOOOOOne iiiiiiiiiiii, maro’ madonna santissima e vergine Mariiiia (lo so lo so, non è carino tirarla in ballo ora, ma portassero pazienza i devoti che qui si trovassero a transitare).

Mica male in fondo, sentirsi dire “nun lo fa più che j’hai fatto venì er torcicollo a tutta via del tritone” (il portiere con occhio di triglia)

“heilàààà…non ti guardo mai ma oggi chissà perchè ti guardo” (il barista -eh…mica bello da dire, però pigliamo cio’ che passa il convento-)

Ma soprattutto…il tifoso del Barcellona che, mentre cercavo di fare la rilassata mentre sui trampoli scendevo le scale della metro mi fa “VIVA LA RRROMANA!”.

Olè!

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sQuola (con preghiera di diffusione)

https://i0.wp.com/img.ffffound.com/static-data/assets/6/f13a5c27d00a64b554d8c47a91312b342431a92b_m.jpg

Ho verificato con l’Istituto stesso la veridicità del documento, prima di pubblicare.

Ma ora divulgo questo “grido” purtroppo troppo isolato.

Io ho una figlia e questa figlia ha diritto all’istruzione, ad un luogo sicuro dove essere educata, dove vedere allevata e tutelata la sua curiosità, le sue attitudini e la sua intelligenza.

Un posto dove le insegnino anche il senso civico, l’amore per il paese in cui vive, il rispetto verso chi si impegna e quel minimo di giusta meritocrazia che non passa per veli, veline e vele di yacht a porto cervo.

….

Ma…

Ma poi mi arriva questo –> appello

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‘i missionari’

Senti ‘mpo’, Tom. Senti a me….va bene mission impossibòll, no? Però a voi attori che vi trovate ad interpretare certe scene no..ma vi danno l’indennizzo previsto, che prevede 6 mesi di actor’s studio aggratis accompagnati dal terapista, quando gli sceneggiatori e il regista decidono di piazzarvi su suolo straniero e decidono pure di pennellare lo schermo con gli stereotipi di codesta terra non U.S.A. in cui il vostro personaggio si trova a muoversi? (punto e ripigliare fiato)

Ovvero: ieri sera, filmetto sopra citato. Tra una forchettata e l’altra di insalata di riso, ecco palesarsi la scena in cui il prode Tom, alias agente supersegretissimo, decide di recarsi nientepopodimeno che in Vaticano. Luogo notoriamente aperto a tutti e per niente sorvegliato. Ma qui si tratta di una missione impossibile, lo dice pure il titolo, mica stamo dar pizzicarolo.

L’esilarante scena si apre con lui+collega che, vestiti da corrieri, fingono che gli si fermi er camioncino. Ovviamente lungo le mura vaticane, in un posto che già di suo, per chi non è di Roma, è un budello ed è un casino. In più spesso, per motivi imperscrutabili, ci sono sovente dei lavori in corso. Vabbè. Ma andiamo avanti. La simpatica coppia scende dal camioncino inscenando un’italica querelle nella quale gesticolano agitando i braccini come pale di ventilatore. Nel mentre, un lui+unalei scendono e si mettono a parlare una cosa che sembrava il dialetto romano imitato da Massimo Boldi e incitano i due a “dasse ‘na mossa”….Fumi finti dal cofano, armeggiamenti, Cruise che si defila tipo omo-ragno in su pe’ er muro vaticano e il collega agentesupersegreto pure lui, che sorride alla coppia capitolina che attendeva di poter passare e che, nella migliore tradizione Italiani, pizza mandulino, ridono sempre e cantano e so’ tutti amici, risolvono il tutto a cuor leggero e sfoderando sorrisoni e “ciao cumpa’, buona giornata”.

UAHUAHAUAHAHAHAAA!!! 😀 Che? De che? MA DOVEEEE??? Fate pure la prova, se avete coraggio, fatela, forza! Provate a fermarvi all’ora di punta in una qualsiasi strada romana ostruendo il passaggio e poi altro che ‘ciao cumpa’. Come minimo arrivano 3 energumeni, Evaristo, Lello e Spartaco e ve pijano de peso e ve mettono nel cassonetto.

Ma andiamo ancora avanti alla fantascienza fatta film o fatta licenza poetica, se vogliamo.

Arriva il momento dell’infiltrazione der socio de Tom dentro al Vaticano. Chiaramente Tom ha sincronizzato gli orologi ed è riuscito a cambiare quattro travestimenti in 6 nanosecondi, passando anche per una gustosa versione di Don Abbondio col breviario. Il patto tra i due è “troviamoci tra 5 minuti e 15 secondi nel punto ics”…e qui arriva la cosa gran-dio-sa.

Il socio sta dentro i musei vaticani ed è entrato SUBITO! Senza incontrare NESSUNO!!!

UAHUAHAUAHAHAHAHHAA!!!!!!

Bene. Tanto per dare un’idea…se avete deciso di venire a Roma per visitare i suddetti musei,  potete sedervi comodamente sulla vostra poltrona, a Forlì. La fila, comincia da lì.

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un po’ di qui e un po’ di là

Fondamentalmente niente di particolare, sai?

Giusto la soddisfazione di un vestitiello caruccio assa’ comprato su bancarella ad euro-6 e tosto messo stamattina, delle scarpe co’ le zeppe di 4 anni fa che ho ritirato fuori che mo’ so’ de novo de moda e il push-up che fa il suo dovere.

E questo è l’involucro esterno.

Il resto scorre senza troppi traumi se non, in alcuni casi, quello di non sapere dove uno degli emissari ci porterà. (ma siamo ottimisti).

Rachele, nel mentre, ha deciso che “luce” si dice con un suono gutturale che assomiglia alla parola “cuoco”.

Si parla di ferie estive relegate al mese d’Agosto e si congettura sul fatto che, senza tema d’esser smentiti, da anni ormai, ad Agosto, piove.

Si parla di vecchietti con “L’Unità” che si attaccano, in autobus, con ragazzette di giurisprudenza che brandiscono “Libero”.

Si parla, insomma e questo fa già un gran bene. In attesa che la gente impazzisca per il caldo, ma tanto questo accade ogni anno e noi alle tradizioni, ci siamo affezionati.

http://lapoesiaelospirito.files.wordpress.com/2008/02/biglie.jpg

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‘still’

Time_to_go_by_Kleemass

Time_to_go_by_Kleemass

(Ho cancellato le tue due righe scritte in fretta come si fa con il risultato di un’operazione sbagliata, alla lavagna. Gesso che rimane a infastidirti le dita, a impolverarti le mani. Ho cancellato come gesto automatico, come ordine imposto, di default, come una macchina. Prima era necessità, ora riflesso incondizionato.

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Come il battito delle ciglia, che lava gli occhi al posto delle lacrime.

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Come il battito di un cuore, che ci fa vivere a nostra insaputa).

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it’s raining man, Alleluja!

“mi sento un evergreen”

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“Nel senso che non passi mai di moda?”

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“Si, come la scritta LAVAMI sui parabrezza zozzi”

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“…”

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Sezionare la notte e il cuore

immagine da deviantart

immagine da deviantart

Oggi sto in trip coi Subsonica.

Da youtube sto ascoltando le loro canzoni, ora ‘il cielo su Torino’… “Per tutto il tempo che ci è sempre stato negato Che per averlo abbiamo spesso rapinato Per le mie dita nella tua bocca per la tua saliva Per le tue mani Per il mio tempo che nei tuoi occhi è imprigionato Per l’innocenza che cade sempre e solo a lato Per i sussurri mischiati con le nostre grida Ed i silenzi …”

E comunque il gaudio che mi ha dato cantare a squarciagola ‘colpo di pistola’ guidando, quasi nulla. Non so…ci sono canzoni che ti fanno spuntare i canini. Quella, è lei, per me.

E parlo di masticazione di roba buona, quando mi riferisco al piacere di cantare.

E’ capitata una cosa buffa: nel momento più consono, in quello in cui avevo bisogno proprio di questo e di riallacciare i miei sfocati rapporti amorosi con la musica, è rispuntato dal nulla, tipo-funghi dopo una pioggia purificatrice, il mio coro gospel. Siamo letteralmente rinati dalle nostre ceneri. Noi, i “vecchi membri” mano a mano dispersi dai venti delle rispettive ‘vite normali’,  silenziosamente ricongiunti quasi ci fossimo dati un appuntamento tacito, senza bisogno di dire molto:  ritrovarsi ‘in piazza’, con tarallucci e vino. Con inaspettato vigore, anche, ed entusiasmo… nonchè, in alcuni casi, con preoccupante e totale aderenza a quello che si era 10 anni fa (ma di cio’ non mi voglio interessare).

Domenica la prima prova, dopo anni.

Che figata.

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più tempo libero nel week end?

E allora mettetevi ai fornelli. Tanto è previsto pure un peggioramento sui cieli di varie regioni italiane… cali di temperatura…per la prova costume c’è tempo…e quindi? Quindi:

CARNE IN UMIDO CON LE PATATE.

Ingredienti: un bel pezzettone di polpa di manzo; (sulla confezione, se lo prendete al supermercato, troverete presumibilmente le indicazioni di cottura “per bollito-in umido”, altrimenti chiedete al macellaio di fiducia); burro (non mi fate i timidi/salutisti e mettetene con generosità…no, non ho detto di strafare, ferrrmiii!!), un barattolo di pomodoro a pezzettoni, olio, uno spicchio d’aglio, una carota, sedano, una cipolla bionda abbastanza grande, mezzo bicchiere di vino bianco secco, sale, pepe, una foglia di alloro, patate (il numero dipende dalle dimensioni. Io ne ho messe 4 di media grandezza), acqua bollente. Facoltativi: mezzo dado da brodo, lardo. (qui non li ho messi)

Preparazione: tagliate a bocconcini (tipo spezzatino) la polpa, privandola di eventuali filamenti di grasso, fate sciogliere il burro in casseruola indi unite la carne, l’aglio e la foglia di alloro facendola rosolare da tutte le parti a fuoco medio. Quando avrà preso colore, togliete l’aglio e aggiustate di sale e pepe e versate il vino. La carne dovrà cuocere un po’ (almeno una ventina di minuti), perchè nel frattempo perderà liquidi e il vino dovrà sfumare. Indi toglietela dalla casseruola, col suo sughino che sarà comunque rimasto, e tenetela in caldo. Sempre nella stessa pentola mettete un filo d’olio (o una sottilissima fetta di lardo) e fate disfare a fuoco lentissimo il trito di cipolla, sedano e carota tagliati finissimamente: via via potete aggiungere acqua calda per far si che non si brucino. Fatto ciò, ri-mettete la carne in pentola, mescolate e, col coperchio, fate andare per altri 10 minuti.

A questo punto potete aggiungere la polpa di pomodoro, altro sale q.b. (o il dado), le patate tagliate a tocchetti e dell’acqua bollente, che dovrà coprire il tutto. Lasciate cuocere a fuoco basso per almeno 1 ora (o quando vedete la consistenza diventare più “cremosa”) mescolando di tanto in tanto.

Lasciar riposare e indi gioire del sapore che ha ‘sto piatto sopraffino e della tenerezza dei bocconcini, che vi si squaglieranno letteralmente in bocca!

michelinastreghina: carne in umido con le patate

michelinastreghina: carne in umido con le patate

(Dalla foto potrebbe sembrare “Ciappi”, ma posso assicurare che per accaparrarsi gli avanzi volavano, minacciose, le forchette)

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aaaah blblblblbblbl.

ci sono dei giorni in cui sono silenziofobica. Alcuni definirebbero questo status semplicemente con la frase “sei molesta” oppure, più pragmaticamente ancora, “rompiBBalle“. L’istinto primario è quello de fa caciara, di mettere I-tunes a palla, in ufficio, tanto da far tornare neri i capelli al gran capo. Oppure approntare scrivanie ricolme di masserizie e crackers e roba che sbriciola e perde sugo al pomodoro. La finestra la lasciamo aperta, anche se, insieme al sole, entrano pure i decibel di via del tritone. Ma chissenefrega, tanto voglio fa’ cagnara.

E poi mi viene da fare domande idiote, andare a perder tempo su you-tube, flickr, facebook, la mia casella di posta personale, ‘sto blog. Ciò dimostra che il social network si sta impossessando di me. Hanno ragione loro, quelli di fèisbuk so’ agenti daa CIA. Ecco.

E poi togliermi le scarpe e scivolare per il corridoio in calzettoni.

E poi bere “a garganella” acqua frizzante. Di ciò che accade dopo, non ho cognizione.

E poi scendere nei negozi qui sotto e fare shopping compulsivo.

In conclusione: aaaah blblblblbblbl !!

(immagine presa da deviantart.com)

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