Non avendo fondamentalmente nulla da dire, mi dilungherò inutilmente su un qualcosa attorno cui, in effetti, non si dovrebbe sprecare una parola.
Il fatto è che, questa roba, mi ha ormai dato così ripetutamente fastidio, da dover essere espulsa come un calcolo renale, come un pezzo di spinacio fra i denti, come un tocco di mascara finito all’angolino dell’occhio, come una mutanda tra la chiappa destra e la sinistra…insomma: FASTIDIO.
Situazione: negli unici momenti in cui mi stravacco sul divano facendo zapping convulso, orario vuole che becchi l’uno o l’altro programma su MTV oppure, se davvero mi ha detto sfiga, entrambi. Trattasi di formatSS educativi e veritieri come le tette della Ventura, cioè “Next” ma SOPRATTUTTO “My Sweet 16”. Direi di soffermarmi, quindi, sul secondo. Esso consta di codesti ingredienti transgenici:
- uno stato USA
- un ragazzino o una ragazzina che stanno per compiere i fatidici 16 anni, che là stanno come i nostri 18, perchè possono piglia’ aa patente
- le loro case da 50 stanze + le loro famiglie che si puliscono normalmente il culo con bigliettoni da 6 fantastilioni di dollari
- un gregge di di-loro amici e vagamente conoscenti i quali, come nei migliori serial stile college importati qui da noi, farebbero carte false per essere invitati al mega party
- una location per il party il cui costo azzererebbe il debito nel terzo mondo
- un super ospite di solito conosciutissimo in quel dato stato aMMeRRecano
- il gran finale dove al cretinetto viene regalata una macchina che di norma va dall’ultimo modello di mercedes fino a, che so, Jaguar o Bentley o magari Ferrarine d’importanziòn.
Il copione si snoda più o meno nello stesso modo. Prendiamo il caso di una ragazzina, perchè le femmine, bisogna ammetterlo, toccano vette insuperate di imbecillità: si inizia con la cheerleader, o aspirante tale, di turno. La soggetta semovente nei meandri del suddetto scenario, è usualmente una portatrice insana di dieci chili di troppo, ma per tacere del buon gusto, va in queste boutiqucce e decide di prendere cosine del genere “tamarra Versace gran soiree”, che tradotto si estrinseca in un discretissimo completo maculato fucsia, scaldaspalle di latex e stivali di pelo di topo muschiato. L’effetto finale è da vera pretty-woman, ma PRIMA di incontrare Richard Gere.
Si continua scegliendo la location del festone e stravaganti modi per –> 1) invitare amici e gente appena intravista a scuola -ma FARE NUMERO serve eccome- 2) far pesare il più possibile agli esclusi la mancata entrata ed il divertimento epocale che ne conseguirà. La scelta vestito e la scelta locale, di solito sono costellati da interventi paterni, dove il genitore risulta essere un totale deficiente che la figlia si rigira semplicemente snocciolando un sorrisetto con lucidalabbra alla ciliegia ed un “ai love iu deddi!” miagolato a testa reclinata, sbraccicando un peluche sul letto (a 4 piazze che hanno nella “cameretta”).
E arriva il grande momento. La tipa ha più boccoli di Shirley Temple, c’è più servizio d’ordine che ad un concerto dei Rolling Stones e più coreografi e party-planners, con tanto di auricolare, che nel film in cui J Lo faceva l’organizzatrice di matrimoni… La sala è gremita, orde di adolescenti si agitano sulla pista e mi preme specificare che, a quanto pare, là le ragazze trovino fico ballare quasi esclusivamente dimenando il culo e mimando lap-dancer. Teneri virgulti.
Sono due i momenti clou che mancano all’appello–> 1) l’entrata della festeggiata (c’è la doppia opzione: o ‘vintage’ dove scende da uno scalone tipo Rossella O’ Hara o scosciandosi da limousine glitterate), 2) la consegna della vettura, che avviene a fine serata, tra fari che illuminano a giorno e bave dei meno fortunati i quali vengono mantenuti dietro a cordoni di sicurezza da energumeni che mantengono i plebei lontani dal tappeto d’oro.
Qui e là richeggiano i “sooo coooool!” – “this is the best party ever!”…cui fa eco la festeggiata di turno…nell’ultima puntata vista, ha esclamato una cosa traducibile con un “E VOI UNA COSA COSI’ VE LA SOGNATE, STRONZI”.
Stronzo chi guarda.