Archivi del mese: Maggio 2007

neve d’aprile.

“aggrappati ad un pensiero felice”, mi stavo ripetendo. Il tutto per avvertire distintamente il crrrrickkkk delle unghie sul parabrezza del tir che oggi ha deciso di fare il frontale con me. Poi incontro, nei blog, un post di questa "ragazza di velluto". E mi torna in mente un ricordo morbido che, seppur per una manciata di secondi, fa arricciare all’insù le rughette della bocca.

Ero in macchina, in una di quelle mattine telecomandate, in cui la strada ha i binari e ti concedi il pilota automatico, tanta è la consuetudine nei gesti e negli itinerari.

Ero nel tempo in cui la provenienza era una casetta piccinissima, una mansarda. Giravo su me stessa scendendo scale a chiocciola, dopo aver chiuso la porta del mio primo regno da persona adulta e consenziente. A tracolla borse capienti e quel cuore grande che hai (che devi avere) nel momento in cui sai di aver appena iniziato una vita nuova.

Posto di lavoro lontano chilometri, che a Roma mica è tanto insolito, ma imbocco del GRA ad un chilometro scarso.  Ero in macchina, dicevo prima, il volante era tiepido e una gonna post cambio di stagione si auto-stirava, tra me ed il sedile. C’era sicuramente della musica, (c’è sempre della musica) ma non ricordo cosa.  Ad un certo punto….nevica.

Neve leggerissima a tre corsie, neve inspiegabile contro un cielo d’aprile azzurro compatto. E tutto ha iniziato ad andare a rallentatore, mentre fendevo questa tenda soffice e mi sentivo come quando si è immersi in piscina, tentando di affrettare i movimenti.

Davanti a me, un camion, sempre più vicino. Era la fatina della neve: stava perdendo completamente il suo carico di polistirolo.

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Ferie.

MI HANNO ROTTO LE PALLE QUESTI EMERITI IMBECILLI E DEGNISSIMI PORTATORI DI TALE NOME!

ANDASSERO A ZAPPARE LA TERRA, MA DEL LORO ORTO, CHE TANTO NON CI CRESCEREBBE UN CAZZO DI NIENTE!

Nel giro di 2 minuti sono riusciti a farmi sparare le parolacce che di solito spalmo nell’arco di un paio di mesi. In effetti in qualcosa sono stati abili.

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SENSIBILIZZAZIONE

Vi segnalo questa storia.

http://dadoedada.blog.kataweb.it/files/il_mio_weblog/2007/05/ho_bisogno_di_a.html

Perchè è incredibile come i cavilli siano lenzuola annodate per sfuggire alla giusta punizione per mafiosi e uomini di potere corrotti, ma diventino corde allacciate strette in situazioni dove il primo da tutelare dovrebbe essere un minore.

Leggete e se qualcuno può fare qualcosa si metta in contatto con la padrona di casa del blog citato.

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sala d’aspetto

Il tempo che va perduto è fatto di piccoli passi.

Di ghiaia arata da scarpe a punta, di pali sottili dietro cui cercare l’ombra.

L’attesa necessaria è fatta di porte chiuse.

Figure smerigliate di vetri con le facce, maniglie immobili sotto dita pesanti.

L’arrivo incosciente è fatto d’ossigeno di troppo.

Di corsa in salita, la luce negli occhi. Contorni, i tuoi, a ritrovare aria.

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…………………….

Piove. Mi sono bagnata esattamente dove dà più fastidio, mentre facevo la passeggera sulla moto del marito, nervosissimo. Il caffè mi ha fatto male e mi brucia lo stomaco. Ieri sera, a cena dalla suocera, secondo me c’era dell’aglio da qualche parte e la mia intolleranza allo spicchietto malefico ha colpito.

Oggi con tutta probabilità mi dovrò sorbettare una signora ricca ed annoiata che si vuole improvvisare qualcosa che non è, lavorativamente parlando e sta pagando questa sua velleità fior di soldini, idea che tintinna nella sua testolina (elegantissima) come uno dei ciondoli gemmati che porta. Starry_witch_s_hut_by_yagak

Outlook rilascia suonini di posta in arrivo, ma io so già chi si palesa e manco mi va di buttare l’occhio. The same old story it’s not enough.

I miei colleghi "a termine" stanno agli sgoccioli del loro contratto e tra poco potrò sperimentare  cosa si provi ad essere nella valle dell’eco, stando comodamente seduta in ufficio.

Kataweb si è ri-bloccato e non mostra più i blog recentemente aggiornati.

Non ho praticamente più soldi sul conto.

E last but not least, ho trovato una mail stamattina, ma non di quelle che mi fanno respirare meglio.

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Non c’è più religione!

Liquid_1600x1200 Se c’era una pietra miliare della fede, un faro nella notte, un dogma ed assioma fusi insieme e avvinti in un comune afflato, un compendio pressochè perfetto cesellato da inventiva, originalità e messaggio ben dato…Insomma, se si poteva menzionare un caposaldo della scuola del fare bella pubblicità…bene, era quella della "Famosa bevanda Imperialista".

Rossa la lattina, sinuosa la scritta, frizzanti le bollicine, ingrediente segreto mai svelato ed originariamente nata come tonico –ed indicata come coadiuvante nelle cure contro la tisi-, la nostra eroina ha sempre avuto dalla sua, oltre che estimatori in tutte le parti del mondo, anche pubblicitari e grafici degni di assurgere al ruolo di veri artisti contemporanei.

Ma allora io mi domando e dico: chi, e ripeto CHI (e ci aggiungo un "cavolo") è che si è inventato l’orrido spot che sta andando in TV adesso, dove la versione light-diet-senza zucchero che dir si voglia, viene innalzata da uomini e donne con manone gigantesche che fanno tutta una serie di outing improbabili su temi paragonalbili al "…ma chi è che tra voi non si è mai messo le dita nel naso fino alla falange inclusaaaa??" – "ma chi sarà mai a non essere rimasto come un fesso con la chitarra in mano mentre gli altri in spiaggia trombavano come ricciiiii??" ….

Ecco, anche l’ultima certezza è sfumata, la poésia scoppiata come una bolla…anzi, come una bollicina.

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amantiamici

mi capita.

Che ci siano persone verso le quali io non riesca a non provare tenerezza ed una forma di continua leggera apprensione. Attenta ai loro respiri, alle variazioni d’umore, al cambio di taglio di capelli. Ai segnali, insomma. E anche quando vanno via di testa e ne combinano di tutti i colori, nella mia capoccia faccio grandi progetti di "rimettiamo un po’ al loro posto ‘sti cretini- via via li rami secchi – ah ma stavolta la paghi!", ma poi…non ce la faccio. E basta un minimo sforzo -loro- per un massimo sforzo -mio-. Ma è così, inutile arrovellarsi. Tanto più che di questa attenzione particolare spesso non ne sono nemmeno coscienti. Con loro mi definirei del tipo 1) mamma:"sto sveglia tutta la notte ma quando ti sento rientrare non mi faccio trovare con vestaglia raggrinciata al petto da mani tremanti e occhiaia", bensì "…si continua a far finta di avere gli occhi chiusi per dormire" Però anche 2) fidanzatina 15enne: eh si, perchè di cose viste, fatte, incontrate con questo tipo di persone io conserverei tutto l’inutile: scontrini, biglietti di ingresso, appunti al telefono, ricordi di un sospiro, una risata,il loro piatto preferito.

Ma com’è, santapace?

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Oggi:

sono più o meno così

Lillianeglestonsweetcherrypiefillin

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equilibri ovali

Un angolino spunta, prendendo la forchetta. Come quando le bimbe mettono i biglietti sotto il piatto, alla festa del papà. Rettangolare, madrperlacea, la busta racchiude un cartoncino stretto e lungo, con una giapponesina in abito rosso, sopra una piccola torre di sassi levigati, tondi. E’ graziosamente inchinato, l’ovale bianco del volto. I capelli neri raccolti ricordano i miei, adesso. Sotto una scritta: "Natural Balance…". Dentro, uno spazio bianco riempito da parole piccine, in stampatello, inchiostro nero.

Dopo tre anni sono tratti che mi sorprendono per quei significati che le lettere, l’una accanto all’altra, assumono.

Alla fine del biglietto, l’offerta del regalo. Quello materiale, quello che si tocca.

Anche se, il principale, l’avevo già avuto semplicemente spostando una posata.

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