Archivi del mese: settembre 2006

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Cos’è la Felicità?

Primavera 2004…lettera ad un amico.

"Cose personali, eh?

Ti dico allora cosa sia la felicità per me ora. Ti dico dove sono arrivata dopo un po’ di introspezione e tanta autocritica, insaporita però, con del sano menefreghismo:

Sono felice quando faccio il viaggio che mi porta a casa o al lavoro, perché la stagione è quella che preferisco. Ho la possibilità di scrutare la gente e non solo di arrabbiarmi perché il traffico mi blocca. Posso leggere Harry Potter in Inglese e poi, quando scendo a P.zza di Spagna, godermi lo spettacolo di Roma che sta finendo di svegliarsi, ma che ancora non va di fretta o non è piena di turisti vocianti.

Sono felice di soffermarmi sui particolari, come sulla treccia morbida che una persona portava ieri: era mollemente adagiata su una spalla e seguiva i sussulti della metropolitana, quasi impercettibile. Non so se fosse una donna o un ragazza: vederne il volto non era importante.

Sono felice quando Tabata mi viene incontro la sera per darmi il benvenuto e poi si butta per terra rotolandosi un po’.

Sono felice di poter inseguire quelle piccole manie che conosci, tipo mettere dritto un centrino mentre magari tutto il resto è sommerso dal caos più totale….La stessa cosa che mi spinge a ripetere dei gesti meccanici, appena entrata a casa, che però mi trasmettono un senso di tranquillità, perché fino a quando potrò farli e rifarli vorrà dire che, in fondo, la vita non mi sta andando così male.

Sono felice quando sono senza ombrello e cade la pioggia.

Sono felice quando mi preparo un “paninetto” con salame e pomodori pachino.

Sono felice quando penso a tutte le cose che non ho ancora visto ed il mio cervello diventa goloso, come alla promessa di una barretta al cioccolato.

La felicità mi segue nei baci di mio nipote, nella gratitudine di qualcuno cui ho fatto del bene, nel momento in cui mi viene detto “buono” per qualcosa che ho cucinato.

Il sorriso mi accompagna nella tranquillità con cui ora guardo chi si affanna per il suo nome su un biglietto da visita, scordandosi quello delle persone care.

La felicità è scrutare le rughe che si formano e capire che sono più quelle provocate dai sorrisi che dalle preoccupazioni."

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guardo il mio venerdì

Caffè macchiato, con un cucchiaino bello colmo di zucchero di canna, in tazzina gialla su piattino verde.

"It’s time" di Michael Bublè nello stereo all’angolo, dietro lo stendino fiorato di panni stesi. Bomba esplosa in cucina, fornelli in stile Mirò, ditate artistiche sui pensili. Rimarranno là.

Sole che gioca alle ombre cinesi. Gatti che miagolano cibo (e lo ottengono in velocità).

Ieri mi sono decisa a comprare il nuovo cellulare, visto che il mio ha presentato la lettera di dimissioni. Oggi passaggio di consegne, ma grosso punto interrogativo: l’accessoriatissimo coso-nokia, in super offerta…c’era solo rosa confetto, si presenta in società corredato da accessibilissime… istruzioni in tedesco.

Avete un vocabolario? …Tanto oggi sono IN FERIE!!!! 😀La_posizione_pi_calda

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piccole partenze crescono

SI PARTE!!! Come promesso a Perla, stasera mi terrò ed eviterò di entrare in loop da macchina fotografica. Il processo di disintossicazione prima o poi vedrà i suoi Natali, ma magari dal prossimo mese, eh??

Insomma sabato vedrò gli amichetti nordici, domenica butterò l’occhietto sulla nuova vita della mia adorata cugina che ormai da più di un anno è diventata torinese d’adozione, il lunedì si tornerà sui luoghi del delitto e vediamo cosa accade per pranzo.

Trenino

Per concludere mi rimetterò su qualche treno e, sono convinta, sarà un sorridente viaggio di ritorno.

NON VEDO L’ORA DI INCONTRARVI!!!!

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(((fuori porta, qui finestra)))

Sto cercando di organizzare una simil-gita o viaggetto, o chissà cosa ne verrà fuori, nei prossimi giorni. Così nel frattempo posto qualche foto dell’ultimo week end fuori porta: Viterbo e Villa Lante, a Bagnaia.

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era_un_incipit

forse un seguito l’avrà, ma per ora… ti canto:

Ho perso

La coscienza del non ritorno

Ho perso

Una notte che porti al giorno

Ho perso

Le tue esatte dimensioni

Ho perso

Le mie nitide emozioni

Ho perso

O l’avevo immaginato

Ho perso

O l’ho solo dimenticato

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corona di spine

Eccomi, mi aspettavi. Sono arrivata.

Arrivata al momento in cui si vorrebbero scrivere troppe cose e non se ne scrive nessuna. Il Grande Censore mi ha agganciato, mirabile astuzia di mosse lente in avvicinamento. Eccolo appiccicato ad ogni guizzo della mente, eccolo che arriva primo e mette il freno, erge la palizzata, spegne gli entusiasmi, rimprovera e minimizza. Parte pensante stavolta non mi avrai. Tempo per te non ce n’è, trovati una scatola, chiuditi il coperchio, raggruppa i tuoi numeri e falli quadrare. Fai tutto da solo stavolta non avrai il mio aiuto.

Ti ruberò le stringhe per farne nastri di gioia, ti toglierò la parola per trasformare i tuoi silenzi, eviterò il tuo sguardo sicuro, perchè dove sono di sicuro non c’è nulla. Troppe volte lo dimentico e la colpa è la tua.

Lasciami stare in questa terra di mezzo, solo così un giorno mi riavrai, tenendo lungo questo guinzaglio che ora stringe la gola. Se vuoi pungere e far sanguinare devi attendere e far ridiventare carne questa pelle di cera. Se vuoi riportare alla ragione devi mostrare il precipizio. Se vuoi l’ultima parola, lasciami ribattere.Thorn3

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Dedicato

Aspetto la musica, poi inizio a ballare. Il bosco tra poco mi verrà incontro.

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E. Dickinson, once more

Non conosciamo mai la nostra altezzaBlack
finchè non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura.

L’eroismo che allora recitiamo
sarebbe quotidiano, se noi stessi
non c’incurvassimo di cubiti
per la paura di essere dei re.

Emily Dickinson

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