Rachele:
- delle sue due mamme preferisce di gran lunga quella con gli occhiali.
- non ama poi molto che le si cantino canzoncine troppo infantili, soprattutto se si modifica la voce facendola diventare come quella di cip&ciop. Bisogna quindi che io mi impegni e intoni preferibilmente brani come “Natural Woman”. Il vibrato è gradito, il sorriso garantito.
- supponiamo pure con un certo margine di sicurezza, che la bimba diventerà mancina.
- la prima favola che le ho letto è stato l’intero librino di filastrocche noir scritto da Tim Burton. L’ha sentito in Inglese, sarà per questo che quando le parlo in questa lingua, ri-ride?
- Il talco sui suoi piedini, al momento, non è mai troppo. (pffffffffffffffffffffffff)
- è proprio una fimmena sconsiderata e scostumata: già da adesso UOMO batte DONNA 10 a 1, dove quel misero uno è rappresentato da mamma-tetta=latte.
- giudica la sua mucchina di pezza un ottimo surrogato al ciuccio, in primis le cornine e le orecchie.
- modula talmente tanti versi che temo le si dovrà mettere un tappo, quando inizierà a parlare per davvero.
- Ha deciso che il colore degli occhi non lo sceglierà mai. Continuerà a cambiare a seconda di come si sveglia al mattino. E ben ci sta.
- E’ la bambina piccinina della mammetta sua, è un tesorino, è da mozzichi, è stregolilla e puzzettona. Insomma. E’ mia.
commento, il mio.
viene da qui, (“anche da qui”, direbbe il testimonial dello spot ‘Caffè Hag’)….
e c’è chi avrebbe voluto una pasta alle vongole come si deve; tornare a Vienna; fare un altro viaggio e non quell’ultimo che ha dovuto fare; dei capelli meno riottosi per non portare un cappello con la visiera, al contrario, tutte le mattine; poter guidare di nuovo, possibilmente una Audi e non quella Fiat che sta uscendo di produzione; comprare molte cose alle proprie figlie senza preoccuparsi del cattivo esempio; fermarsi duemila volte lungo la strada, mentre si snoda il racconto; vincere a damacinese perchè mica è possibile che la figlia minore di 11 anni lo freghi così facilmente; non dover imparare a memoria i percorsi di casa da fare al buio; fumarsi un pacchetto di sigarette al giorno e d’estate bere la birra bella fredda e occasionalmente l’orzata; stimare la gente come stima la figlia più grande, “perchè chi perde la stima ha perso tutto”; portare a casa dall’ufficio quel salume tipico che gli ha regalato il collega e centellinare le fette come la fata turchina centellina il rosolio a Pinocchio e, infine, mantenere ogni promessa.
Ma, questa cosa qui, no, non l’ha mai disattesa.
11 commenti
Archiviato in "ma ci dica qualcosa di lei", un'accettata
Con tag commenti, distacco, forza, padri, passato e futuro, promesse, sorella