Ahhh potere del cibo e dell’ingegno. Dopo il calo di zuccheri e l’aumento vertiginoso del bifidus attivo limonensis (da cui la fuoriscita del canino retrattile), è scattata la pausa pranzo. Qui al centro di Roma, uscire ogni giorno e procacciarsi un pranzo degno di questo nome, equivale a donare ai commercianti-baristi-tavolacaldari e pizzettari, una percentuale del vostro stipendio che si aggira verosimilmente intorno al 30%. E non è una bella cosa, no no no.
Chiaramente tra i vari non–plus della mia azienda, brilla anche l’assenza di buoni pasto, anche quelli minimi, che ti consentano che so, er tramezzino rancido. Invero ciò aguzza l’ingegno di noi impiegatucci. Ci troviamo infatti quotidianamente all’interno di uno dei plus (un colpo al cerchio e uno alla botte, via!) de ‘sto posto. Il miraggio chiamato “cucina aziendale”. Là troneggiano elementi essenziali quali: un frigo di quelli veri, dispense, bollitore e il maGGico forno a microonde. Ed è là, facendo lo slalom tra batteri di nuova generazione e incrostazioni di Frasassi, che scaldiamo cibi e inventiamo ricette improbabili, ma pronte in min.3.
E vedi cosa può fare un bel risetto basmati della Scotti con aggiunta di pesto già pronto e pomodorini freschi sminuzzati? EEEhh si. Se poi ci si aggiunge il caffè che riprendo cercando di autoipnotizzare i miei malanni gastrointestinali….
Insomma, hanno ragione quei due bloggers che mi ci pigliano per i fondelli appena possono ed in separata sede: sto sempre a pensa’ a magna’.
Però, ahò…mica l’ho detto io che il riso allunga la vita…e questo…è pronto in due minuti!
😉