Stamattina guardavo Marco, il barista che ci fa deliziosi cappuccini e che si trova sotto l’ufficio. Meditavo sulla danza dei suoi movimenti svelti, fatti ormai a memoria, senza bisogno nemmeno di guardare.
Ed ho pensato alla parte "positiva" dell’abitudinarietà. La sicurezza dei gesti quotidiani, il conforto del sapere da prima che certe cose difficilmente non saranno là ad aspettarci così come ce le figuriamo… il bacio del buongiorno, il profumo del caffè verso le 07.30, la chiacchiere fuori dall’ufficio, passare a comprare cose buone al supermercato perdendosi a curiosare tra gli scaffali, guardare la posta tornati a casa, progettare vacanze e piccole evasioni… Insomma: a volte non è meraviglioso esattamente il contrario di quello che tutti sembrano cercare? … Grazie, prendo il solito.
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